Goffredo Rossetti

 “Entrare in contatto con l’arte di Goffredo Rossetti è certamente una esperienza singolare. Le sue forme e le sue armonie sono reinventate nello spazio e nel movimento in un mondo dove i materiali sono messaggi dell’uso quotidiano e la materia diventa arte nel movimento; la sua ricerca, materiali, colori, luce, porta in un mondo simbolico ed onirico che ricorda i grandi simbolisti come Dalì e Chagall mentre occhieggia alle “ferite umane” sulla materia di Burri e Fontana. Un artista che ha molto da dire.”

 

La mia bottega dell’arte

Il laboratorio propone lavori eseguiti con la creta e con materiali riciclati, rivelando il carattere eccentrico di un “essere” che ricicla tutto, compresa la propria vita,  in risposta ad un sistema sempre più dominato da imperativi economici. Si propone una forma alternativa di esistenza centrata sulla “improduttività”

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“Artista autodidatta, la sua arte può definirsi a tutti gli effetti catartica: è la cura delle ferite inferte da un’esistenza che, diversamente dalla creta, sfugge e non si lascia modellare secondo il nostro desiderio, secondo il nostro capriccio. Una vita che vorremmo razionale e semplice, ma che sembra più di ogni altra cosa governata dalla follia e dal caos. Le opere che l’artista rappresenta sono lo specchio di una realtà inquieta e inquietante, sono una porta che si apre alla parte inconscia della persona, a ciò che vorremmo rimuovere e nascondere, a ciò che le anime belle non possono accettare. Un volto spaventato si copre gli occhi con le mani, quell’altro porta delle grandi cuffie alle orecchie. Da cosa ci proteggiamo? Cos’è che non vogliamo vedere, sentire?

Rispondono altre opere. Per noi, piccoli sgomenti esseri caduti in un pianeta che non ci appartiene, solo l’arte può tentare di esprimere quell’angoscia muta che nasce da una realtà che non vorremmo mai sperimentare e che tuttavia esiste: il desiderio di uccidere o di uccidersi, Auschwitz o una religione fondata su un dio crocifisso. Un dio che ha professato l’amore, ma che con la sua corona di spine non ha fatto altro che esaltare la sofferenza”

Michela Rossetti

Goffredo Rossetti