Marco Pagliero

 

 

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Marco Pagliero è nato nel 1980 a Saluzzo (CN) dove ancora risiede.

Attualmente lavora a Cuneo. Nel 1998 si è diplomato al Liceo Artistico Ego Bianchi di Cuneo. Nel quale, tra gli altri, hanno insegnato artisti quali Claudio Berlia, Daniele Guolo e Mario Mondino. Successivamente ha seguito i corsi di pittura e scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Contemporaneamente ha frequentato il centro sperimentale di cinema “Immagina” diretto da Giuseppe Ferlito.

Nel frattempo tra il 1998 e 2000 ha partecipato a numerose collettive a Nizza, Firenze, Torino e Rende utilizzando pseudonimi per permettersi di sperimentare in varie tecniche senza mai doversi presentare personalmente. Nel 2001 realizza la prima mostra personale dal titolo “mentalmente stabile” all’Achille Café di Torino con il proprio nome e riscuotendo un ottimo successo di pubblico e critica. Nel 2001 realizza il primo cortometraggio in pellicola dal titolo “Linea di Fronte” presentato al Torino Film Festival come opera giovani e in numerose rassegne cinematografiche, fino a raggiungere nel 2003 la candidatura al Golden Italia come miglior opera prima.

Collabora poi come assistente operatore al film di Luca Barbareschi “Il trasformista” e successivamente al film “di letto in letto”.

Come fotografo di scena ha lavorato per il film americano “The Etruscan Mask”. Prosegue inoltre l’esperienza di regia e sceneggiatura con varie opere sperimentali tra le quali ”Nosce te ipsvm” e “Le terre senesi”. Dal 2003 al 2007 ha collaborato con il pittore Daniele Fissore come assistente in studio. Ha partecipato alla realizzazione della serie “riflessi sulle tv spente” dello stesso pittore.

Ha proseguito le esperienze collettive di pittura al Valsusart nel 2005 arte expo di Saluzzo e al concorso Annibale Galateri di Genola dove si aggiudica il primo premio per arte Figurativa.

Eclettico e continuo sperimentatore di tecniche e soggetti nuovi, poliedrico in tutte le arti dal cinema alla sceneggiatura, dalla pittura alla poesia. Qualsiasi forma di espressione è per lui fonte di ispirazione e divertimento per emozioni sempre nuove. I fondamenti della sua ricerca artistica risiedono nell’analisi sociale e dell’ambiente naturalmente urbano, nell’attenzione ai risvolti concettuali estetici della tecnica pittorica e all’intimo e personale gusto estetico e poetico.

Le prime forme espressive sperimentate si sono concentrate sullo studio della storia dell’arte e della nuova interpretazione dei classici dell’arte da Caravaggio e Botticelli da Picasso a Munch fino a giungere ai più recenti De Chirico e Duchamp. La sperimentazione è poi giunta attraverso alla scarnificazione del concetto dell’opera lasciando solo più spazio alla pura estetica formale, con suggestione poetica fine all’istante dell’immagine focalizzata.