Descrizione
Dei
134×66 cm
Tecnica mista
2025
Ho creato quest’opera perché so di essere luce, ma a volte me lo dimentico.
Questo vale per tutti: ognuno, prima o poi, perde il contatto con la propria essenza.
Questa è un’opera che ricorda, non spiega.
Un invito gentile a tornare dentro, a riascoltarsi.
Il corpo al centro non ha volto preciso, ma è pieno di segni. È uno spazio sacro, un essere aperto alla trasformazione. In alto, sulla fronte, c’è un occhio: simbolo della coscienza, della visione interiore.
Un raggio sottile lo collega al triangolo nel petto, sede del cuore e della forza spirituale.
Quella connessione rappresenta la verticalità, il dialogo tra il divino e il terreno.
Attorno, lo sfondo è vivo:
• Le fasi lunari : il passare del tempo, il femminile, i cicli invisibili che ci governano.
• Due fulmini: sono la scossa, l’imprevisto, ma anche l’energia che spezza.
• In basso, c’è una porta: simbolo di passaggio, di scelta e di possibilità. Si può attraversare o restare. È libero arbitrio.
I simboli alchemici sono disseminati nel corpo come codici da decifrare.
Rappresentano gli elementi (aria, acqua, terra, fuoco), l’unità (cerchi), l’equilibrio (triangoli opposti) e la trasformazione (spirale).
Non sono messi a caso: ognuno parla un linguaggio sottile, antico e universale.
Poi, il dettaglio più umano:
un cuore formato dalle nostre impronte digitali reali e le impronte delle zampe dei nostri cani.
Non è solo un gesto affettivo: è una dichiarazione di amore, il mio cerchio sacro.
Tutto è collegato da una frase, incisa sulla cornice, come fosse scolpita dentro:
“Per te che sei luce, ma te ne sei scordato.”
Non è una frase triste.
È un promemoria. Una carezza. Un modo gentile per dire: “Ricorda chi sei.”
Quest’opera è un centro.
Un luogo in cui tornare.
Non per perdersi, ma per riconoscersi.
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