Descrizione
In questa opera digitale di Donato Lotito, lo sguardo è subito catturato da un richiamo antico: la Madonna Sistina di Raffaello. Una donna con giacca blu, ritratta in una posa e con un’aura che immediatamente suggeriscono l’icona rinascimentale. Il volto, diverso da quello della Vergine, è incastonato in un mosaico di giornali, scritte e frammenti visivi contemporanei. I toni caldi e dorati che avvolgono la composizione richiamano inconsciamente il linguaggio visivo delle icone religiose, creando un ponte tra memoria collettiva e sguardo presente.
In basso a sinistra, un putto — proprio quello della celebre pala di Raffaello — tiene in mano una penna d’oca, come se fosse stato lui a scrivere la storia che osserviamo. Questo dettaglio ironico e poetico innesca una riflessione: quanto le nostre radici culturali influenzano ciò che vediamo? Possiamo riconoscere una Madonna anche laddove non c’è, perché il nostro immaginario è nutrito di immagini sedimentate nel tempo, pronte a riaffiorare e a dare forma alla percezione. E la percezione stessa è radicata in ciò che siamo stati. Le immagini del passato non restano confinate alla storia dell’arte, ma filtrano e alterano il nostro sguardo sul presente. Lotito ce lo ricorda con un sorriso e con eleganza, lasciandoci davanti a un’immagine che è, al tempo stesso, omaggio e interrogativo.
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