Paolo Pezzotti – Libero di poetare

Un nuovo libro di poesie in un mercato già saturo di scopiazzature ermetiche e pseudogotiche non desta scompiglio: troppi ricordi intimi, sprazzi di luce al tramonto, lacrime ( solo quando soffri hai bisogno di mettere il tuo dolore per iscritto .. quando sei felice , semplicemente, ti godi la tua felicità…) meriterebbero di rimanere chiuse in un cassetto, con i biglietti dei concerti e le foglie disseccate.
Quando ho conosciuto Paolo Pezzotti, poco più che trentenne, novarese, mi ha colpito la trasparenza del suo sguardo , la sua voglia di raccontarsi senza un leitmotiv, come certa musica contemporanea che non capisci ma che ti muove dentro.

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Il suo primo libro di “ componimenti”, trentuno come in un excursus ideale lungo un mese di vita, “ Libero di poetare”, denota la sua voglia di libertà (evidentissima anche nei suoi dipinti), di affrancarsi dal piattume del quotidiano ma non dai ricordi.
Scrive nella poesia numero 25 ..” ma il ricordo tiene accesa la speranza, fa compagnia alla mia anima che è spenta come una sigaretta accesa fumata e spenta”. Ma c’è la “ gioia di un altro giorno e inizio ( poesia ventitre ) la giornata fischiettando, la vita ritrovata “.
Trentun poesie dal contenuto fluttuante, senza punteggiatura né rima ma dense e sonore com’è il suo bisogno di gridare al mondo il suo diritto al sogno , in un mondo concreto e materialista.
Paolo percorre la sua vita in sella alla sua bicicletta perché il contatto con la terra sia costante, perché l’aria di pianura, gli odori e i colori del mondo, della bassa e delle risaie, lo raggiungano ma non lo sovrastino : “ scroscio delle foglie che le ruote della bicicletta scansano…è un’arte la pedalata, premeditata , di tutte le situazioni , di rigore. E’ il rossore..”.
E i pennelli e il suo poetare accorato e sognante sono la sua dimensione vitale. Diamo il benvenuto a questa opera prima timida ma proterva di Paolo Pezzotti, da gustare a gocce come un buon Cabernet d’annata.
Monica Lucchini

Paolo Pezzotti