Tiziana De Felice – Testi critici

L’amore per la natura evidente quanto trascendente e la serena contemplazione della realtà racchiuso in sprazzi d’anima: questa la pittura di Tiziana De Felice, artista livornese dalle eccellenti capacità cromatiche e che fuoriesce veemente dalla koinè tematica e stilistica comune.
Tutta intenta a cogliere i più genuini valori lirici della visione la De Felice sembra ricercare effetti che, tuttavia, immediati e freschi quanto vuoti di artefatti arzigogoli, permeano le sue tele come a rispondere alle sue lusinghe formali e cerebrali nonché alle ricerche arrivistiche ed ingannatrici degli ultimi esempi di evoluzioni pittorica.
Sondando l’inclinazione del suo orientamento artistico si è risucchiati, inoltre, ad un turbine di sentimenti, i quali,a dispetto dell’opinione delle correnti d’avanguardia, è ben lungi dall’essere anacronistico e specchio, anzi, d’un raffinato modus vivendi.
La struggente bellezza di una, forse, serena ed innocente nostalgia aleggia tra i suoi fiori ed i suoi colori librando il reale in un corteo di sensazioni che è proprio, soltanto, del regno della poesia.

Gabriele Maria Cucolo

 

 

I quadri di Tiziana De Felice realizzati con acrilico su tavola possono far pensare a prima vista ad una sorta di deja-vù, ma in realtà si comportano come un vero e proprio episodio estratto dal cilindro della fantasia.
Nessun ripensamento è lecito su queste opere, esse vivono ognuna di una propria vita. Se la fine è occultata o leggibile non importa, quello che conta è quel frammento di un ipotetico già vissuto.
La nostra vita è fatta di frammenti che possono essere disarticolati fra loro o integrarsi.
Per questo motivo Tiziana De Felice si separa malvolentieri dai suoi quadri, perché ogni pezzo finito è in realtà un “finito interrotto”.
La ricerca dell’habitat è fondamentale per questa sua esigenza di ricreare una “finzione realistica” entrando quasi in punta di piedi in un mondo che sembra essere stato di qualcun altro, ma che in realtà è il suo intimo mondo dell’immaginazione.

Silvia Fierabracci

 

C’e qualcosa nella pittura di Tiziana che colpisce profondamente anche chi, come me, non è, come si suol dire, un addetto ai lavori.
Un fascino sottile, a prima vista, difficile da definire, ma che subito dopo si dispiega in tutto il suo valore, acquistando contorni più definiti a rendere evidenti il significato profondo e le emozioni che l’autrice ha inteso comunicarci.

E questo si verifica senza bisogno di ricorrere a mediazioni tecniche ed interpretative, quelle che, per intenderci, sono di solito usate dai critici d’arte. Nei dipinti di Tiziana la pittura si esprime come una poesia visiva definita dal pennello anziché dalla penna,capace di comunicare emozioni, stati d’animo in maniera chiara e senza artifici o rebus interpretativi risolvibili solo dagli “eletti”.C’è in essa un’aderenza alla realtà, quella di tutti i giorni che chiunque, in possesso di un minimo di sensibilità non può non recepire.
Nei volti delle donne, spesso elemento centrale dei suoi quadri, riusciamo a leggere gli aspetti più profondi dell’universo femminile, nei suoi nudi , vigorosi ed essenziali, nei paesaggi dove le diverse presenze umane sono incastonate, c’è tutta l’umanità dell’autrice, la sua capacità di cogliere gli elementi basilari, di raccontare e raccontarsi in modo semplice, oserei dire lineare, sommesso ma non per questo meno efficace.
Uno spaccato di vita, osservata con occhio indagatore, attento ai minimi particolari, senza sbavature o cadute di tensione.Un inno alla semplicità, mai banale, che non è sempre facile trovare nelle opere di altri pittori ai quali spesso la ricerca di nuove formule espressive, fa perdere di vista il senso dell’arte come lo intende Tiziana.Per chi non crede all’arte destinata a pochi, ma ad un dono dello spirito che acquista valore universale solo se riesce a toccare il cuore oltre che, nel caso della pittura, la vista di un pubblico, il più ampio possibile.

Adriano Sois