Apollon Avagyan

Sono nato a Yerevan, la capitale dell’ Armenia, nel 1989, in una famiglia di intellettuali.

Mio padre insegnava filosofia e marketing nelle università, mia madre professoressa di letteratura, insegnava all’Accademia di belle Arti di Yerevan.

Avevo una fortissima passione per l’arte, specialmente per quella classica, infatti mi ritrovavo spesso in Accademia, mentre mia madre insegnava io guardavo i lavori dei futuri artisti.

A cinque anni mi iscrissero in una scuola di pittura, la frequentai per cinque anni. Poi feci due anni di scuola di scultura. Mi piaceva la forma e la materia che con la pittura non ottieni.

Nel 2006 feci l’ esame di ammissione all’ Accademia di belle Arti, scuola del design. Studiai per due anni e nella mia vita fu una svolta incredibile. Uno dei miei amici di età più grande si era trasferito a Firenze, artista anche lui, conosciuto a Yerevan, mi suggeriva di venire in Italia a continuare gli studi. Diceva che mi sarebbe piaciuto tanto ritrovarmi nella città di rinascimento. Infatti aveva ragione, soprattutto perché sapeva che pur studiando design, non avrei potuto resistere alla tentazione di seguire il sogno che avevo da bambino, cioè la pittura e la scultura classiche. Così nel 2008 venni a Firenze, feci l’esame di ammissione iniziai a studiare pittura. Per fare tutto ciò ho avuto il supporto totale della mia famiglia.

Mi piaceva tanto l’accademia, infatti trascorsi tanti anni tra le due lauree, quella di primo livello poi anche la specialistica.

Durante gli anni di studio ho fatto numerose mostre collettive e concorsi.

Attualmente insegno arte in all’Accademia del Giglio, a Firenze.

Come fonte di  ispirazione per me sono soprattutto le mie esperienze vissute, o i miei desideri tradotte in colore e forma. E per me non c’è una limitazione di stile, perché credo che comunque si capisca la mano di una artista rispetto un altro, perciò navigo libero e dipingo quello che voglio in qualsiasi stile. Per me la cosa più importante e il risultato, rendere bene la mia idea, a prescindere dello stile. Uso raramente fotografie o modelli, la maggior parte delle opere dalle figure ai paesaggi partono dalla immaginazione.

Nelle opere con un riferimento  cerco di valorizzare gli aspetti più belli per me, senza copiare del tutto, con tutto il rispetto verso il realismo e soprattutto nella natura che è perfetta. Ma come se le mie opere fossero uno specchio dove mi rivedo, come se fossero pagine di un diario condivise con gli altri.

E la soddisfazione più grande di tutto ciò e vedere i miei dipinti sulle pareti delle case di altre persone e le mie sculture nei loro giardini.  Lì tutto il mio percorso artistico trova un senso, ed io mi sento compreso.

 

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