Araldo Camici

Araldo Camici

L’ASTRATTISMO LIRICO DI ARALDO CAMICI

“Astrattismo lirico”, così possiamo definire la fase astratta di Araldo Camici, ben diversa dalle campiture rettangolari di colori primari proprie dell’astrattismo geometrico di Mondrian.

I colori della natura lo affascinano e lo seducono, con le loro mille sfumature ma anche il loro “spessore”, pieno di presenze, accadimenti, silenzi, gridi, quiete. I colori sussurrano al suo orecchio, facendogli vivere sensazioni, stati d’animo, sentimenti, evocando alla sua mente ricordi della sua lunga vita, ma, soprattutto, ispirandogli progetti e desideri futuribili, orizzonti ancora da raggiungere. Guardare sempre al futuro, infatti, è la cifra di questo autore, insieme alla capacità di sintesi che rivela anche nei suoi racconti, in cui riesce, in poche righe, a descrivere situazioni emotivamente complesse e fatti.

Nei suoi quadri, composizioni armoniche di colori ben accostati, difficili da pensare ed organizzare, assoluta mancanza di simmetrie fanno da sfondo, talvolta, a linee curve ed eleganti, in contrasto, che sembrano suggellare con una firma o custodire con una presenza, piccoli universi immaginati in un contatto empatico.

In preda a un estro creativo simile ad un sortilegio, che lo “costringe” a dipingere, Araldo riempie le sue tele di quei colori che divengono così il “mezzo magico”per esprimere a pieno, in modo sublimato e potente, la sua fertile mente e la sua anima, anch’essa colorata.

Cristina Quartarone

Araldo Camici, artista a tutto tondo, direi, senza esagerare nel commento. Una pittura tenuta salda dalla dettagliata poesia che si rivela prepotente in ogni sua opera ed emerge ogni qualvolta pennello o spatola indugiano sulla tela bianca. Allora mente e mano concertano di lavorare insieme in un unicum totalizzante che non accetta indugi o compromessi, il colore urla e strepita come un cavallo liberato dalle redini e lo spettatore si domanda dove vuole arrivare.  Il messaggio arriva forte, talvolta minimalista, sempre corretto ,tenuto saldo da una logica stringente. Il colore è vita, questo Camici lo sa e ne trasferisce il linguaggio anche nei suoi scritti. Nell’ultimo suo libro “ Stai con me” edito dalla Ibiskos rivela la stessa grazia e forza.

Giuliana Matthieu

…viene in mente un’ affermazione che circola in molti testi dell’arte moderna secondo la quale conviene ricordare che, prima di rappresentare cose, persone, animali, fatti, un dipinto è, come insegna il miniquadro di Sèrausier “Il talismano”, un insieme di colori distribuiti in un dato ordine, peraltro destinato a divenire disordine, caro alle avanguardie dedite alla rottura dell’estetica convenzionale. Il colore, nelle opere di Camici, è il protagonista assoluto, al punto che nell’aggiungere a lavoro pressoché ultimato un sia pur leggero tocco di colore, per sua stessa ammissione, si trova a correre l’alea di un gioco senza fine nell’imperiosa urgenza di contrappuntare una particella cromatica all’altra. Prescindendo dal motivo scatenante egli si affida all’emozione e ai particolari stato d’animo per trasfigurare la realtà sino a renderla irriconoscibile o addirittura ignorarla, lasciando spazio al pensiero. Pensiero puro, libero da ogni immagine.

Dino Pasquali

Araldo Camici

L’astrattismo è un evento di grande evoluzione culturale, iniziato in Europa i primi del nostro secolo, uno dei germi più attivi della creatività di ogni epoca. Araldo Camici, autore livornese, disobbligandosi dai retaggi della pittura labronica, è un coraggioso interprete di questa corrente e la sua virata antinaturalistica in funzione di una costruttiva forza di matrice espressionistica, intende valorizzare le emozioni ruggenti, le euforie degli stati d’animo più dirompenti e luminosi. Questa linea di tendenza che si è insinuata nel pittore livornese, in contrasto con le posizioni naturalistiche, sicuramente gli ha creato conflitti che ha superato attraverso un gusto di fruizione ed assimilamento e la psicologia della percezione dell’immagine. Puntuale, percettivo, inquieto, Camici ha fatto suo lo spirito del tempo, scegliendo nel campionato delle avversioni o delle simpatie ed approfondendo le proprie ricerche sulla struttura dei meccanismi dell’inconscio, scartando l’alibi della rappresentazione in figura. L’arte è un’ attitudine piuttosto importante per ogni individuo ed i suoi valori magici e misteriosi partecipano e influenzano la sua vita. Camici non si sottrae a ciò e coerente nonché fedele alle sue scelte offre a quanti lo seguono il percorso del suo non facile cammino. La sua forma non forma, lo stile, le invenzioni sono elementi che trascendono il contenuto e formano l’intreccio dei suoi ideali pittorici.

Jolanda Petrobelli

La pittura lirica di Araldo Camici

Fuori da ogni attività intellettuale pratica, Araldo Camici cura quegli aspetti colti e raffinati in cui trovano largo spazio sentimenti come l’amore e l’introspezione. Egli esprime una poesia soggettiva in una ipotesi di felicità ampia e duratura. Nei suoi dipinti c’è la spinta costruttiva a risalire alle pure sorgenti espressive. L’arte infatti per essere tale non può fermarsi alla sola personale abilità tecnica o ad altre circoscritte conoscenze, ma deve necessariamente riguardare e coinvolgere tutti. Ed ecco che in Camici il mondo interiore, quello dei sentimenti e dei ricordi, si manifesta col segno e col colore in una armonia lirica, quello della lira, della Musa Euterpe, che accompagnava il canto del poeta nella Grecia antica. Nella serie dei ritratti dei bambini l’artista ci sorprende per come riesce a superare le esigenze della ritrattistica, distinguendosi per la freschezza e la verosimiglianza delle espressioni dei fanciulli, ora sorridenti, ora leggermente e amabilmente scanzonati.

Giovanni Cabras

Nel magico Paradiso della pittura, ai confini dell’onirico e dell’astratto, si svolge la pittura di Araldo Camici.

Con i suoi toni di rosa, certi bianchi di madreperla, cilestrini, dirige la sua ineffabile sinfonia. Davanti alle sue opere viene in mente una famosa poesia di Baudelaire:” i colori, i suoni, i profumi si rispondono…..,”

Alberto Zampieri

E’ ormai noto come la pittura di Camici, dalle sue origini sino all’attuale percorso decisamente improntato sull’astrazione, sia segnata da una costante: il colore, che, pur nella ricerca tonale, propone le sue virtù, colore sempre più protagonista, tendente a totalizzare l’espressività.

Se si escludono le occasioni di riposo, opere esemplari nel loro genere, ci troviamo di fronte a un fare pittura mediante una particolare cromatica spinta a smarginare. L’intento non è epidermico, bensì rivolto all’introspezione. C’è in Camici una volontà di ricerca che non si concluda come fatto puramente edonistico, ma suggerisca esclusivamente attraverso il colore una verità.

Brunello Mannini

… Araldo Camici, l’artista che l’uomo sottende, riesce a liberare con il mezzo pittorico tutte le espressioni più felici e misteriose del suo animo e si pone quel sottile e antico bisogno di domande infinite. Pare volersi inebriare di colore e col colore dare forma alle sue sensazioni..

Fosco Monti

 

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